consigliamo fortemente  questa tecnica di pesca  che senza limitare la passione  offre una migliore tollerabilità ambientale

CATCH AND RELEASE

Per ridurre l’impatto ambientale anche della pesca dilettantistica si consiglia la pesca con liberazione del pescato  “catch and release”

Uno studio condotto  all’istituto di Idrobiologia e scienze alieutiche all’università di Amburgo in Germania presso un impianto di acquacoltura. Ha valutato l’incidenza della mortalità dei pesci rilasciati dopo pesca sportiva  con esche artificiali  ed esche naturali.

Estimating post-release mortality of European sea bass based on experimental angling

Wolf-Christian Lewin, Harry Vincent Strehlow, Keno Ferter, Kieran Hyder, Jan Niemax, Jens-Peter Herrmann, Marc Simon Weltersbach

ICES Journal of Marine Science, Volume 75, Issue 4, July-August 2018, Pages 1483–1495, https://doi.org/10.1093/icesjms/fsx240

 

Il risultato dello studio ha  valutato la mortalità a 10 giorni

La mortalità totale media è stata del 5,2%,

Con lo 0% di mortalità per i pesci catturati con tecniche con l’uso di esche artificiali 

E del 13,9% di mortalità per i pesci catturati con l’esca naturale.

L’esca naturale risulta più lesiva in quanto per la cattura della preda bisogna attendere che il pesce abbocchi dando così più tempo alla ingestione dell’esca prima di effettuare la ferrata.

 La ferrata immediata  con la tecnica dello spinning ha evitato allamate profonde confermando la natura più sostenibile dello spinning rispetto a quella con esca naturale.

 

Per ridurre il piu’ possibile l’impatto della pesca catch and release è

Necessario

Usare un amo senza ardiglione in modo da facilitare il rilascio del pescato.

Bagnare  sempre la mano prima di  toccare il pesce

Cercare di non mantenerlo a lungo in verticale per evitare lesioni cervicali

I pesci catturati devono essere “guadinati” utilizzando un guadino con rete senza nodi possibilmente in gomma e non in nailon, lasciare la rete  sommersa in acqua, e slamare mantenendolo nel guadino.

Vanno slamati in acqua con cautela evitando di toccare le branchie con le dita e fare pressione sugli opercoli, ventre o bottoni laterali

Evitare di  appoggiare il pesce per terra o sulla barca per non ledere il muco protettivo .

Per i pesci quali il luccio è possibile  utilizzare una presa  opercolare  al di sotto della mandibola  ponendo attenzione a non ferirsi  con le dita.

Dopo aver rimosso l’amo il pesce non si lancia, ma si appoggia in acqua trattenendolo per la coda e sostenendolo. Muovendolo avanti e indietro con la testa in basso e verso la direzione della corrente  muovendolo lentamente sino a quando ridà segni di mobilità . In questo modo lo si aiuta a riprendere la respirazione ed eliminare l’acido lattico

sedi di aggancio del pesce nello studio effettuato


riportiamo i dati di uno studio condotto da

Estimating post-release mortality of European sea bass based on experimental angling

Wolf-Christian Lewin, Harry Vincent Strehlow, Keno Ferter, Kieran Hyder, Jan Niemax, Jens-Peter Herrmann, Marc Simon Weltersbach

ICES Journal of Marine Science, Volume 75, Issue 4, July-August 2018, Pages 1483–1495, https://doi.org/10.1093/icesjms/fsx240

Alcuni ittiologi E. Fobert, P. Meining, A. Colotelo, C. O’Connor, S. J. Cooke hanno dimostrato che se l’amo è infilzato molto profondamente è meglio tagliare il filo che togliere l’amo. La rimozione dell’amo comporta una mortalità del 33% dei casi rispetto agli 8% in cui è stato tagliato il filo. (Cut  the line or remove the hook? An evaluation of sublethal and lethal endpoints for deeply hooked bluegill.. Fisheries Research, 2009, 38-46.)

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